Gli arazzi

I tappeti annodati a mano sono una vera e propria opera d’arte, e come tali, talvolta vengono affissi alle pareti come dei veri e propri quadri, prendendo il nome di arazzi.

L’arazzo è una forma d’arte a metà tra l’artigianato e la rappresentazione artistica. Consiste in un telaio completamente coperto da fili colorati, che, intrecciati, vanno a formare un disegno. Realizzati a mano su un telaio e destinati a rivestire le pareti, si tratta solitamente di manufatti di grandi dimensioni rappresentanti disegni molto dettagliati.

Essendo opere altamente artistiche, il disegno preparatorio viene realizzato da un pittore, il quale lo dà poi in mano all’artigiano per la realizzazione dell’arazzo. Il risultato finale è quindi nelle mani del tessitore e della sua bravura nel cogliere e replicare i dettagli sul telaio.

Arazzo della collezione Kubilai

Il disegno preparatorio realizzato dall’artista riporta solitamente i contorni del disegno e le indicazioni dei colori da utilizzare. In questa fase l’artista non è completamente libero di esprimersi perché deve tener conto di fattori quali: il contesto, il materiale che verrà utilizzato, le caratteristiche della tessitura e la percentuale di ritiro quando l’arazzo viene tolto dal telaio.

Arazzo del XVII secolo

Il termine italiano “Arazzo” deriva dal nome della città francese di Arras, dove, nel Medioevo, venivano prodotti i migliori arazzi.
Gli arazzi sono stati prodotti fin dall’antichità; tuttavia, la difficile conservazione dei materiali naturali che li compongono (lana, cotone, lino), ha fatto sì che solo pochi pezzi arrivassero al giorno d’oggi. Gli arazzi più antichi che sono giunti a noi risalgono all’antico Egitto e alla Grecia tardo ellenica, ma erano diffusi ovunque nel mondo, dal Giappone all’America precolombiana.

 

Gli arazzi più grandi e antichi

Uno degli arazzi più grandi, importanti e antichi giunti a noi è l’Arazzo dell’Apocalisse.

Fu commissionato tra il 1373 e il 1377 per il duca Luigi I d’Angiò. I cartoni preparatori vennero realizzati dal pittore di corte del re Carlo V di Francia, Hennequin de Bruges (conosciuto come Jean de Bruges).

L’arazzo si ispira all’apocalisse di San Giovanni ed è oggi esposto nel castello di Angers, in Francia. Inizialmente era composto da sette pezzi, per un totale di 140 metri. Tuttavia ne sono giunti a noi solamente sei, in quanto durante la Rivoluzione francese parte dell’arazzo venne distrutta.

L’Arazzo dell’Apocalisse in mostra nella cattedrale di Angers

Al giorno d’oggi il ciclo dell’Apocalisse misura complessivamente 103 metri di lunghezza per 6,1 m di altezza, e delle 90 scene originarie che lo componevano ne sono oggi rimaste 71. I materiali utilizzati, sia per la trama che per l’ordito, sono la lana e la seta tinte con colori vegetali.

L’Arazzo della Creazione è invece l’arazzo più antico arrivato ad oggi. Ospitato nel museo della Cattedrale di Girona, in Spagna, risale al XI secolo e raffigura una serie di scene relative ai miti della creazione cristiana.

Ciò che resta dell’Arazzo della Creazione

L’arazzo, del quale rimane solo la parte superiore (3,65×4,70 metri), è stato tessuto utilizzando lana e lino, è diviso in tre parti che raffigurano:

  • La Genesi
  • Elementi cosmici
  • Le storie della Santa Croce

Nonostante gli arazzi siano principalmente basati su disegni artistici, non è inusuale utilizzare i classici tappeti orientali e i tappeti persiani allo stesso modo, come dei quadri. Solitamente sono i tappeti meno pesanti ad essere affissi alle pareti, come ad esempio i Kilim di cui abbiamo parlato in uno dei nostri articoli.

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